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Cosa ricorderemo del festival 2020?

Cosa ricorderemo del Festival 2020?! La lunghezza è la prima risposta che do. Avrei voluto scrivere un racconto su ogni puntata ma non ce l’ho fatta perché il Festival è durato tantissimo, più si oltrepassava la mezzanotte e più sembrava non finire.

La prima puntata l’ho vista assieme ai miei amici. La seconda serata sono arrivato alla fine ma già alla terza mi sono distratto un po’. La serata del venerdì l’ho persa perché a casa di amici. La serata finale di sabato ero a una festa ma sono arrivato in tempo per la proclamazione del vincitore.

Un festival di Sanremo troppo lungo ma c’è un perché!

Andiamo per gradi e parto dalla lunghezza: le cinque serate in totale sono durate 1313 minuti, in media 262,6 minuti a serata. La prima serata con 232 minuti è quella che è durata di meno, le altre andavano aumentando giorno per giorno; e così 245 minuti la seconda, 263 minuti la terza, poi 280 fino ad arrivare ai 293 minuti di quella finale.

Mi sono chiesto il perché di tanta lunghezza, non può essere un caso. Se notiamo tutti i film e programmi di punta, ormai, iniziano sempre più tardi: in media alle 21.30 circa. Anni fa non era così. È bene dire che anche dopo la mezzanotte Sanremo è stato seguitissimo. Noi italiani stiamo cambiando le nostre abitudini e il Festival non ha fatto altro che adattarsi. Torniamo a casa sempre più tardi dal lavoro, mangiamo tardi e quindi andiamo anche a letto tardi. In quanti fanno fatica a prendere sonno? Ecco spiegata la lunghezza di questo Sanremo.

E il dopo festival? Si chiama L’altro Festival e non è un caso che non sia stato trasmesso in tv ma su Rai Play, canale digitale della Rai. Arrivate le due di notte si dorme e quindi L’altro festival si guarda in streaming l’indomani mattina. La televisione sta cambiando e la Rai si adegua.

La lunghezza non ha fermato gli ascolti, anzi è record. Lo share supera sempre il 52% e il picco si ha nella finale con il 60,3% e una media di 11 milioni e 476 mila telespettatori. I dati parlano chiaro, la gente guarda Sanremo e chi non lo guarda è meglio che taccia. Il festival può non piacere ma non si può snobbare.

Achille Lauro è il vero vincitore!

Solo a scrivere Achille Lauro e mi salgono i brividi. L’edizione numero 70 sarà ricordata per la performance di Achille Lauro. Ogni sera è un personaggio diverso e buca lo schermo; è una pop star come si deve. La prima sera arriva con un mantello nero che ricorda Alessandro VI nella saga dei Borgia ma subito dopo si spoglia e rimane in tutina: è San Francesco che sposa Madonna Povertà. Iniziano a prenderlo in giro dicendogli che non potrà mai essere David Bowie e lui che fa? La seconda sera è proprio David Bowie: “anima ribelle simbolo di assoluta libertà artistica espressiva e sessuale e di una mascolinità non tossica” scrive su Instagram; ogni performance viene spiegata nel suo canale. La terza sera è la Marchesa Luisa Casati Stampa: nobildonna italiana, grande mecenate, amante di D’Annunzio ma soprattutto fu “un’opera d’arte vivente”. L’ultima sera è la Regina Elisabetta I Tudor “vergine sposa della patria, del popolo, dell’arte e difensore della libertà”. Tutte le performance di Achille Lauro rimandano alla libertà, al “Me ne frego”, titolo della sua canzone, come filosofia di vita: “la condizione essenziale per essere umani è essere liberi”. Achille Lauro è il vero vincitore e ci ha fatto passare tutti i più bei messaggi che potesse darci.

Achille Lauro ha condannato quell’essere maschio a tutti i costi dicendo che ognuno può essere come vuole, senza bisogno di essere etichettato. In una delle serate ha baciato il chitarrista Boss Doms, con lui sul palco ogni sera. Qualcuno su Instagram ha scritto: “Non pensi che sia sbagliato che tuo marito vada in giro con capelli viola, smalto e rossetto?” e Valentina Pegorer, moglie di Boss Doms, risponde: “Non pensi che la cosa più importante che un marito e padre possa fare sia dare amore e protezione alle proprie donne? Gli schemi sono solo nelle menti di chi se li prefissa, siate sinceri con voi stessi e ascoltate la vostra natura. Grazie Edoardo. Non potresti che essere tu”.

Una curiosità, tutti i suoi vestiti erano di Gucci. Uno degli stivaletti in pelle nera che ha indossato è andato subito a ruba nell’e-commerce di Gucci.

Diodato lo ricorderemo, per forza!

Antonio Diodato ha vinto e quindi passa alla storia. La canzone è bellissima, si intitola “Fai rumore” e lo stesso cantante definisce il brano come “un invito ad abbattere i muri dell’incomunicabilità e le pareti che ci dividono, ad accorciare le distanze che si creano con i silenzi, amplificando le nostre incertezze”. Il testo è stupendo e parla proprio del silenzio dopo un amore finito. Indiscrezioni dicono che la canzone sia dedicata a Levante, sua ex fidanzata. In ogni caso chiunque si può riconoscere in quelle parole.

La prima sera che l’ho visto sul palco ho subito notato la sua eleganza, educazione, il suo essere pacato, quasi un uomo di altri tempi. Uno stile tutto sanremese e sinceramente sono proprio contento che abbia vinto. Ha dedicato la vittoria alla famiglia, al team di lavoro e alla sua Taranto, città che invita a fare più rumore. Bravo Diodato.

Francesco Gabbani è arrivato secondo con Viceversa ma continueremo a ricordarlo per Occidentali’s Karma, la scimmia nuda balla. Mi ha colpito il ritornello della sua canzone “se dovessimo spiegare in pochissime parole, il complesso meccanismo che governa l’armonia del nostro amore, basterebbe solamente dire senza starci troppo a ragionare, che sei tu che mi fai stare bene quando io sto male e viceversa”. Un concetto semplice il suo ma che è riuscito a “brevettare” in questa canzone.

Al terzo posto ci sono I Pinguini Tattici Nucleari con Ringo Starr, piacciono. Mi ha colpito il loro medley durante la serata cover in cui hanno cantato un pezzo di Gianna di Rino Gaetano. Bravo Amadeus per averli scelti perché sono piaciuti a molti giovani.

Bugo e Morgan

Morgan ce l’aveva scritto pure sul contratto che non poteva insultare la Rai e allora che fa? Insulta il povero Bugo cambiando il testo iniziale della canzone, tra l’altro pure non male. Bugo si arrabbia e se ne va. La canzone viene esclusa dal Festival. In 70 anni mai successo! Dispiace per Bugo che ci teneva molto a partecipare. Fa ridere Morgan quando l’orchestra smette di suonare e dice “ma che succede?” come se nulla fosse; qualcuno dice che sia genio e sregolatezza, sarà anche ma ha mancato di professionalità.

Ho intravisto un video in cui Elettra Lamborghini commenta in diretta radio l’accaduto “cazzo, ora sono io l’ultima!”. Elettra Lamborghini super simpatica, vestita male che più male non si può. Iper emozionata e con una voce che non c’è. Mi ha deluso lei e anche Miss Keta. Durante la serata cover pensavo spaccassero tutto con Non succederà più, invece niente. Mi riascolterò Claudia Mori. Dico la verità, pensavo che avrebbero sconsacrato il Festival e invece si sono adeguate, pure nel vestire.

L’ultimo posto è per Riki, non mi ricordo nulla.

Amadeus e Fiorello

Una coppia stupenda. Amadeus bravo e professionale. Fiorello un animale da palcoscenico. Se il primo è stato criticato per la polemica sulle donne, il secondo ce l’ha fatta dimenticare con la sua ironia. Se si è criticato il sessismo, Fiorello conia il manismo, il fiorismo, il plastichismo e pure lo scaliamo. Bravo Fiore!

Tiziano Ferro, di cui apprezzo le canzoni, non è stata una scelta azzeccata; non ha funzionato. E lasciatemelo dire, bruttissima l’interpretazione de “Almeno tu nell’universo” della grande Mia Martini.

Albano e Romina, i Ricchi e Poveri

Viva la storia della musica italiana. Albano e Romina non possono essere un ritorno perché non se ne sono mai andati. Insieme sono una bomba e hanno fatto cantare tutto l’Ariston. In prima fila, la prima sera, Cristiano Malgioglio, che gli ha scritto l’inedito; applausi pure per lui.

Tra gli ospiti Lorella Cuccarini, la mitica Alba Parietti (mi manca vederla accanto a Massimo Giletti) e Anna Falchi, quanto mi piaceva in Desideria e l’anello del drago!

I Ricchi e Poveri al completo sono stati un’emozione unica. Voci ancora stupende e canzoni che ormai sono un evergreen che tutti sanno. Loro sì che dopo quarant’anni si sono riuniti con la bellissima Marina Occhiena.

Le donne del Festival

L’unica azzeccata è stata Rula Jebreal con il suo toccante monologo contro la violenza sulle donne: intelligente, brava, preparata e anche bellissima; non c’è nulla di male a dirlo, e ottima scelta l’abito di Giorgio Armani.

Diletta Leotta sarà ricordata per l’inutilità del monologo sulla bellezza; si poteva evitare lasciando riposare la nonna a casa sua! Sabrina Salerno, sex symbol degli anni ’80, si scopre essere ancora bellissima, ma lo sapevamo già! Peccato che non abbia cantato “Siamo donne…” con Jo Squillo; Boys Boys Boys dell’ultima sera ci ha risvegliato un po’!

La polemica sulla fidanzata di Valentino Rossi ce la siamo già dimenticata. Ricorderemo Mara Venier che si è tolta le scarpe per scendere le scale. Georgina Rodriguez, la fidanzata di Cristiano Ronaldo, se la ricorderà l’ospedale di Torino a cui ha lasciato i 130 mila euro di cachet, almeno così la sua presenza al festival ha avuto senso: canta “Marco Masani”, stupenda la faccia del povero Masini.

La conduttrice albanese Alketa Vejsiu era emozionantissima: parlava dell’Italia con occhi da innamorata. Se tornassimo noi a parlare del nostro paese come ha fatto lei…

L’altro Festival con Nicola Savino

Nicola Savino si riconferma un grande. Scorrevole e mai noioso. Ironico e serio. Ha giocato molto sulla lunghezza del festival al punto che durante la puntata ha fatto servire caffè e cornetti. Simpatico Valero Landini, tra lui e Miss Keta c’ho visto l’amore, può essere?!

Le classifiche dopo una settimana

Ciò che più conta è la musica e sono le classifiche a decretare il vero vincitore; quelle che seguono sono aggiornate a domenica 16.

Prima parto dai video più visti su YouTube e va detto che si trovano sia i video della Rai sulle esibizioni che quello dei cantanti nel loro canale ufficiale. Achille Lauro si conferma al primo posto con 7 milioni sul suo canale e 6,4 milioni spalmati sulle tre esibizioni; Diodato 7,4 milioni nel suo e 6,4 milioni a Sanremo. Gabbani 6,5 milioni con il suo e 6,4 per le esibizioni. Elettra Lamborghini 5,8 milioni con il suo canale e 3,9 con la Rai. Curioso il video di Bugo che abbandona il palco che raggiunge i 12 milioni.

Tra gli album più venduti, dati FIMI, abbiamo al primo posto la compilation del Festival a cui seguono i Pinguini Tattici Nucleari con il loro Fuori dall’Hype; terzo posto per l’album di J-Ax Reale. Segue Masini con l’album sui 30 anni di carriera, Levante con Magmammoria MMAX e poi Elodie con This is Elodie.

La classifica FIMI dei singoli vede Diodato al primo posto, Gabbani e i Pinguini: rispecchia in pieno quella del festival. Poi Achille Lauro, Elettra Lamborghini, Elodie, Fasma, Levante e Le Vibrazioni. Alla posizione 36 c’è Irene Grandi, al 50 gli Eugenio in Via di Gioia. Da segnalare il singolo Che vita meravigliosa di Diodato al 51. Tosca al 54 e Giordana Angi al 55.

Curioso che nella classifica FIMI dei vinili più venduti al primo posto ci sia Masini e al nono Raphael Gualazzi: gli unici del Festival.

C’erano anche i giovani, ha vinto Leo Gassmann. Carina Tecla anche se nel testo dice “Siamo petali di vita che hanno fatto un giorno la rivoluzione”, ha 16 anni: che rivoluzione vuoi fare?!

Se non ho scritto altro è perché non me lo ricordo più! In questo articolo puoi trovare qualche curiosità sui cantanti in gara a Sanremo 2020

Pietro Alongi

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